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Terre di Marfisa è il marchio dell’azienda agricola fondata dalla famiglia Clarici, la cui storia si intreccia con quella del territorio di Farnese, nell’Alta Tuscia Viterbese.
Il nome scelto è un omaggio alla nonna Marfisa, nativa di Farnese, che con il suo amore e la sua passione ha legato indissolubilmente tutta la numerosa famiglia a questa meravigliosa terra.
Il logo di Terre di Marfisa trae origine dall’araldica della famiglia Farnese ed in particolare dalla figura di Giulia Farnese (1475 -1524), sorella di Alessandro, futuro papa Paolo III. Giulia fece spesso raffigurare nei suoi palazzi l’unicorno, simbolo di saggezza e purezza, forza e lealtà. Uno stemma con unicorno è visibile nella Rocca di Farnese, mentre più noti sono gli affreschi che lo raffigurano nel Palazzo Farnese di Carbognano (VT).
Rimandano ai Farnese anche i sei gigli raffigurati sulla gualdrappa dell’unicorno. Il primo stemma della famiglia risale alla fine del XIV secolo ed è caratterizzato da sei gigli, posti in uno scudo sormontato da cimiero con unicorno.
La tenuta di Terre di Marfisa si estende su 20 ettari nella splendida cornice della Tuscia Viterbese a 380 mt. s.l.m.. Dai suoi dolci pendii collinari si scorge il Mar Tirreno e se ne respira la brezza, circondati dal verde rigoglioso delle terre tra Farnese e Ischia di Castro.
Sono stati impiantati 7 ettari di vigneto scegliendo i vitigni più adatti alla sua favorevole esposizione e alla vocazione dei suoi terreni vulcanici.
Sono coltivati 6 ettari a oliveto: la scelta è ricaduta sulla cultivar Canino, Dop fra le più apprezzate a livello nazionale.
Infine 2 ettari sono dedicati alla coltivazione in moderne serre automatizzate, gioielli tecnologici che ospitano un impianto fotovoltaicoda 220 Kw che fornisce energia rinnovabile all’azienda e al territorio circostante.
Dopo un’attenta analisi del terreno, la scelta dei vitigni da impiantare è ricaduta su quelli che meglio si adattano ai terreni di natura vulcanica e ricchi di scheletro: il Sangiovese, il Petit Verdot e il Syrah tra i vitigni a bacca rossa, il Vermentino e l’Incrocio Manzoni tra quelli a bacca bianca.
Sono stati impiantati 5.500 ceppi per ettaro e le viti sono allevate a cordone speronato con esposizione a sud-est.
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