Terre di Vulci Categoria: Luoghi
Farnese è un paese tipicamente medievale che sorge su una rupe tufacea ad ovest del lago di Bolsena ai confini con la Toscana, poco distante dal litorale Tirrenico, a 343 metri sul livello del mare.
A sud- est di Farnese troviamo Valle Cupa, un territorio collinoso e tufaceo. Ad ovest troviamo Noiano. Una profonda fenditura lo divide da Naiella e poi il terreno scende a una precipizio verso il torrente Olpeta. Il Lamone, un fittissimo bosco. In alto troneggia Rofalco, un antico insediamento umano, di cui danno conferma i reperti fossili, le difese naturali e l’enorme muraglia costruita con le pietre laviche. Al di là del Lamone Campo Della Villa; più in avanti Pian Di Lance, così chiamato per le numerose punte di lance rinvenutevi. A nord: Poggio Della Campana, così chiamato per una leggendaria campana d’oro avvistatavi. Poi il terreno scende in un ripido costone fino alla chiesa di S. Maria Di Sala ai piedi del torrente Olpeta, affluente del fiume Fiora. Ancora salendo molto di quota troviamo Moiolo e Moioletto. Più spostato ad est Campo del Carcano, ancora più in alto le Potoncelle, ad est di esse Poggio Del Cerro.
Fin dall’età del Bronzo Finale l’antico centro storico di Farnese è stato abitato e, a testimonianza di questo sono stati ritrovati particolari oggetti. Al Medioevo risalgono notizie riguardo alla famiglia dei signori di “Farneto”, chiamata così data la presenza di molte specie di quercia, la farnia. Nella metà dell’anno 1100 il territorio di Farnese apparteneva al Conte Ranieri Di Bartolomeo, per passare poi nella Contea Aldobrandesca. La storia del paese però, è legata alla famiglia omonima, i Farnese, che facevano parte degli eserciti di comuni tra cui Orvieto, Firenze e Siena. Stando dalla parte dei Guelfi, combatterono contro i Ghibellini, per riconquistare San Pietro in Tuscia. Con il passare del tempo la famiglia si separò.
A partire dal 1500, Farnese migliorò le sue condizioni assumendo una posizione di rilievo nei riguardi di altri paesi importanti dell’epoca. Appena un secolo dopo il feudo di Farnese entrò a far parte dei possedimenti della famiglia Chigi. Nel XIX secolo Farnese passò prima al Maresciallo francese De Boumont, poi ad Alessandro Torlonia fino al XX secolo.
Nella metà dell’Ottocento il fenomeno del brigantaggio conobbe larga diffusione nel territorio farnesano, sia per la latitanza resa possibile dalla struttura del paese, sia per la conoscenza del territorio da parte di briganti nativi di Farnese. Tra questi, i più noti sono Domenico Biagini, Giuseppe Basili e Domenico Tiburzi. Molti furono i farnesani che vennero coinvolti in molti processi come aiutanti dei briganti, tra essi anche lo stesso sindaco Pietro Castiglioni.
Farnese fu teatro della campagna garibaldina dell’Agro Romano per la liberazione di Roma. Il 19 ottobre 1867 una cruenta battaglia durata circa tre ore e mezzo tra le colonne garibaldine Sgarallino di Livorno, Guerrazzi di Massa Marittima (circa 150 Volontari) e 500 pontifici lasciò sul terreno i massetani Ettore Comparini, Natale Capannoli e Rocco Grassini. Numerosi i feriti. Documentazioni sono disponibili presso il Museo nazionale centrale della Campagna dell’Agro Romano per la liberazione di Roma in Mentana (Rm).
Nel 1887, dopo diversi tentativi fatti in epoche precedenti, venne condotta a Farnese l’acqua della sorgente “La Botte”. L’evento venne fastosamente festeggiato il 25 settembre 1887 con diverse manifestazioni religiose e civili, e con l’inaugurazione della Fontana Monumentale di Piazza del Comune.
Nel secolo scorso il paese ha seguito i cambiamenti dei piccoli centri delle zone marginali in cui, soprattutto dalla fine della seconda guerra mondiale, la popolazione è andata pian piano diminuendo spostandosi nei grandi centri urbani.
Farnese è arroccato su uno sperone tufaceo come i paesi medievali circostanti. Una caratteristica di questi centri storici è la notevole presenza di “pozzi da butto”. Ovvero pozzi di grandi dimensioni di forma cilindrica o a fiasco, scavati direttamente nel tufo; utilizzati originariamente come silos per la conservazione del grano o come cisterne per la raccolta dell’acqua, e in un secondo momento per gettarvi i rifiuti. Il materiale rinvenuto nel loro interno è ora conservato e visibile nel museo civico. Tra il materiale recuperato ci sono alcune ceramiche che rappresentano lo stemma della famiglia Farnese. La rupe su cui sorge il centro storico di Farnese, come dimostrato da vari oggetti ritrovati, è stata abitata fin dall’Età del Bronzo Finale, bisogna però giungere al medioevo per avere documenti scritti. I piani urbanistici hanno favorito una caotica espansione, con massicce fughe dal vecchio paese. Conciliare le esigenze moderne senza penalizzare il caratteristico paesaggio medievale è la sfida di oggi. Alcune importanti opere di consolidamento sono già state eseguite altre sono in corso d’opera. È necessario fare altri interventi intorno allo sperone tufaceo in quanto esso poggia su una base arenaria consumata, attraverso i secoli, da piogge e gelo che hanno creato dei vuoti su cui pesano gli enormi massi tufacei a loro volta fratturatisi e in pericoloso equilibrio.
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